martedì 3 novembre 2009

Una citta´sovrapposta all´altra

Tutto accade rigorosamente la sera, dopo il tramonto del sole, nella notte del 2 novembre.
Il vento fresco della sera porta folate miste ad aria calda : intorno centinaia di fiamme accese. Sono candele, anzi 6 o 8 candele per volta, tutta la scatola accesa, avvolta dal fuoco. Bruciano sulle tombe, di cemento grezzo, o rivestite di piastrelle, alcune in disfacimento, altre completamente chiuse da grate di ferro, altre sfondate o aperte in attesa. E bambini con coltello e scatolone, a raccogliere gli avanzi di cera appena raffreddata, per riciclare o rivendere. E migliaia di persone, chi va e chi viene tra migliaia di tombe, disordinatamenrte vicine le une alle altre. E famiglie intere sedute sulla tomba, a ridere e piangere, vecchi e bambini, neonati in braccio alla madre, le forze dell´ordine in mezzo a questo disordine. E venditori di candele che urlano il prezzo, e venditori di acqua, di cibo, e polvere sollevata dal vento e dai piedi in fermento. E scatole vuote, borse di plastica, avanzi di cibo, un cane che si attarda nella cappellina. E gente che si chiama e si saluta, con i vestiti sudati del giorno, con gli stessi abiti succinti di ogni occasione, con il cappellino in testa o con la maglia della squadra del cuore...
Tutta Abaetetuba oggi passa di qua, la citta´dei vivi racchiusa e compressa nel perimetro della citta´dei morti. Con il suo seguito di allegria e commercio, rifiuti e trascuratezza, di riso e di pianto, di vita e di morte.

1 commento:

  1. grazie del tuo diario che mi fa sentire un pò con voi. Spero che tu sia tranquillo e sereno che la compagnia non ti manca. Ciao Idelma e Pietro

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