( da un testo del maggio 1998 )
Lasciatemi andare altrove
" Maestro,
ancora devo restare
per servire
le Tue Ceste di Pane e Parola
a chi non ha piu' fame ? ".
Religione del precetto,
lingue non capite
( " mi sostieni col tuo incastro " ),
messa dell' orologio
e dello sbadiglio.
Il suono stanco
di un campanello
agitato per contratto,
lo scambio della pace
con la punta fredda della mano.
Devozioni
agli altari laterali,
come scaffali
di prodotti religiosi.
Anime assopite
quando parla la Tua Parola
( ma ben deste
per i soldi della spesa
o i numeri del lotto ).
Si sta in chiesa
come le case del centro :
portoni chiusi
e muri stanchi,
finestre senza luce
e canali arrugginiti.
Voi occupanti dei banchi :
quale annuncio volete sentire ?
Che il prezzo e' versato,
il nome pronunciato,
la pratica compiuta,
il rito celebrato,
che la messa e' finita
e si puo' continuare ad uscire ?
Maestro viandante :
sapranno almeno
che sei Vivo Contemporaneo,
seduto al primo
e all' ultimo banco ?
Maestro,
figlio di due Artigiani
( il Creatore e il falegname ) :
una opaca vernice
soffoca i Tavoli
di Pane e Parola.
Non e' tempo
di scuotere la polvere
dai nostri calzari ?
Non e' tempo
di andare altrove ?
martedì 24 dicembre 2013
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)


fantastico!
RispondiElimina