Vergogna per il mio peccato

Provo fastidio, per non aver lottato abbastanza, contro un grave peccato. Quello di aver troppo tollerato di prendere parte a riti inutili e vuoti. Troppe eucarestie prenotate per strada, come se io avessi un computer in testa, o prenotate al telefono, come si fa con le pizze consegnate da uno scooter. Troppe eucarestie dove i commensali sono ciarlieri prima che inizi, ritrovano la voce dopo, ma durante il rito, da loro preteso, non aprono bocca, che pare di essere ad una convocazione di Equitalia. Non cantano, non rispondono, si camuffano nei posti piu' lontani, ti fanno capire che loro sono stanchi dopo una giornata di lavoro, e quindi...arrangiati da solo. Non aprono bocca, perche' pensano di risolvere...aprendo il portafoglio. Troppo a lungo ho tollerato quelle frasi volgari : " E quanto le devo, e il suo disturbo, e devo pagare , senno' non vale..., ma costa di piu' la messa o l' ufficio...?  ".  Tranquilli, l' ufficio l' ho cestinato da subito, ovunque. Tolto dal Menu', non si vende piu' nel mio locale.  Troppe eucarestie, convocazioni comunitarie per eccellenza, andate in scena per pochi intimi, ben sparpagliati tra i banchi, lontani come se non mi lavassi da giorni, come se non deodorassi le ascelle. Troppi ricatti subiti, per gli orari piu' comodi, come se fossi un cameriere a domicilio. Ecco il peccato grave, quello di snaturare le eucarestie, depotenziate del loro tono ribelle. Savonarola, dammi una mano...