Si era sul finire delle vacanze, uno di quegli ultimi giorni d' estate, carichi di nostalgia allegra e di attesa triste. Eravamo andati a Novellara, proprio con l' intenzione di far visita al cimitero, la tomba di Augusto Daolio. Ci aveva colpito subito il disegno mosso della lastra sepolcrale, e gli oggetti carichi della passione delle persone che rimpiangevano di Augusto la voce, le parole, il volto, le capacita'... Quando a un certo punto il piu' attento di noi si mise a gridare : " Ma quello e' Beppe ! "
Si, in quello stesso mattino calmo di fine estate anche Beppe, dei Nomadi, era venuto al cimitero, col suo solito volto buono e triste e antico. A me venne istintivo chiedergli una fotografia, con la macchina che si portava al collo. E Beppe mi diede una lezione : fotografia si, ma fuori dal cimitero. Un giusto rispetto all' amico di una vita, un doveroso distacco tra i luoghi e i momenti, tra il privato e il pubbblico, tra il palco e la casa.
venerdì 1 settembre 2017
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