Mi succede sempre. Quando vedo una vecchia carta geografica, di quelle con i colori abbruniti dal tempo, dimenticata stancamente ad una parete oppure incorniciata in qualche ufficio come pezzo antiquario di pregio, non riesco a non pensare a come abbiano fatto a disegnare i profili dei continenti o le forme delle nazioni, con gli strumenti che avevano a disposizione. Perche' oggi non costa nessuna fatica, con tutti i satelliti o le samanthe varie che fluttuano e fotografano roteando attorno alla sfera terrestre. Ma come avranno fatto, agli albori della cartografia, a disegnare lo stivale della nostra penisola, oppure quella specie di boomerang monco che e' il continente africano, oppure il pappagallo su un ramo che evoca l' America del Sud ? E come avranno fatto, con gli strumenti di allora, a disegnare i confini interni di regioni e stati ? Non ne esco, non smetto di elogiare la grandezza delle menti dei nostri antenati. Problema da poco ? Non credo. In fondo ogni viaggio parte da un sogno, su una vecchia carta geografica...
mercoledì 25 febbraio 2015
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"...Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle, sentire gli odori delle cose, catturarne l'anima. Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo. Perché lì c'è verità, lì c'è dolcezza, lì c'è sensibilità, lì c'è amore..."
RispondiEliminaNon sono parole mie, ma penso che le si addicono perfettamente !
... Le parole che le si addicono... e che ho dimenticato di scrivere sono di Alda Merini. Ad ispirarle è stata la fotografia !
RispondiElimina... e così, in modo molto più giocondamente potrei dire: " che bullo !!! "